Aston Martin Valhalla
Presentata lo scorso dicembre, è ancora impegnata nella fase di “rifinitura” che precede l’avvio della produzione, nel secondo trimestre di quest’anno, dei 999 esemplari. Aston Martin Valhalla segue il non insolito percorso di molte supercar, a proseguire la fase di test e messa a punto successivamente alla loro presentazione.
Tra le sessioni in pista a Barcellona, sul circuito dell’Idiada e i chilometri percorsi sulle strade inglesi, c’è ancora del lavoro da portare a termine per i tecnici Aston Martin.
Affidata al collaudatore Darren Turner, pilota ufficiale del programma sportivo in Classe GTE della casa inglese, in Spagna si è lavorato alla messa a punto del feeling prodotto dallo sterzo e alle caratteristiche dell’aerodinamica attiva. In aggiunta, attenzioni riposte sulla gestione termica dell’impianto frenante.
Sulle strade inglesi, invece, sono le regolazioni degli ammortizzatori a essere oggetto dei ritocchi più sottili della messa a punto. Con Valhalla Aston Martin entra nella proposta delle supercar ibride plug-in, sfoggia il primo abbinamento tra il motore V8 4 litri personalizzato con l’albero motore dalle manovelle disposte a 180 gradi. Altra novità, l’introduzione del cambio doppia frizione 8 marce, con differenziale a controllo elettronico e motogeneratore elettrico integrati. È uno dei tre motori elettrici presenti, due dei quali sono installati sull’avantreno e permettono di produrre una potenza di sistema pari a 1.079 cavalli: 828 cavalli dal V8 termico, 251 cavalli dall’impiego dei motori elettrici.
“Per le squadre impegnate su ingegneria e dinamica, l’ampiezza della gamma dinamica senza precedenti che distingue la Valhalla dalle sue rivali ha presentato molte nuove opportunità durante lo sviluppo”, spiega il responsabile della presentazione del veicolo, Simon Newton. “Con una combinazione di 1.079 CV e 1.100 Nm dal gruppo propulsore ibrido, le prestazioni estreme sono scontate. Sfruttare e perfezionare la potenza, in modo da offrire un’eccezionale esperienza da supercar sia su strada che su pista, ha comportato un lavoro instancabile per l’integrazione dell’aerodinamica attiva e dei sistemi di controllo”.
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