Mazda CX-60
Secondo round. Tempo fa, avevamo avuto l’occasione di testare, in anteprima, alcuni esemplari di preserie; ora, in concomitanza con l’arrivo del modello nelle concessionarie, siamo tornati a bordo della CX-60, prima plug-in hybrid del brand giapponese (dotata quindi di una componente motrice ad elettroni, le cui batterie possono essere ricaricate collegandole ad una presa elettrica), desiderosa di scalare in fretta la vetta dell’olimpo delle regine del segmento: si tratta della Mazda stradale più potente mai prodotta.
Durante il primo contatto erano emersi alcuni piccoli particolari da affinare, in particolare per quanto riguardava le modalità di guida. Prima di scoprire se tutto è stato risolto, ripassiamo velocemente i capisaldi del modello.
Oggetto della prova è stata la versione Phev spinta da un’unità propulsiva ibrida – con motore termico 2.5 a benzina e power unit da 129 kW – capace di erogare una potenza complessiva di 327 CV e una coppia massima di 500 Nm. A completamento del sistema, una batteria agli ioni di litio da 355 V e 17,8 kWh di capacità, che in modalità full-electric (con velocità autolimitata a 100 Km/h) garantisce 63 km di autonomia dichiarata. Interessanti sono i numeri relativi al consumo di carburante e alle emissioni di CO2 , che nel ciclo combinato WLTP si assestano su 1,5 l/100 km (partendo con batteria carica e guidando in elettrico fino al suo consumo, quindi per i primi 60 km circa) e 33-37 g/km.
Ad affiancare l’attuale versione Phev, nell’immediato futuro arriveranno un motore diesel e-Skyactiv D 3.3 (entro il 2022) e un e-Skyactiv X 3.0 a benzina (nel 2023), entrambi 6 cilindri e mild hybrid (48 V).
Il diesel, in particolare, avrà due livelli di potenza: 200 CV e 254 CV (249 CV per il mercato italiano). Il motore e-Skyactiv D di potenza minore esprime un picco di coppia di 450 Nm a 1400-3000 giri/min, che uniti ai 153 Nm di coppia offerti dal motore elettrico del sistema M Hybrid Boost, daranno alla CX-60 (dato dichiarato) una accelerazione da 0 a 100 km/h in 8,4 sec e una velocità massima di 212 km/h (con un consumo medio di 4,9 l/100 km e emissioni di CO2 di 127 g/km). La versione da 254 CV (lo ricordiamo, 249 CV per il mercato italiano) accelererà da 0 a 100 km/h in 7,4 sec, con una velocità massima di 219 km/h, un consumo medio di carburante di 5,3 l/100 km ed emissioni di CO2 di 139 g/km.
Una volta a bordo, coerentemente con le specifiche delle diverse versioni, si viene accolti da interni ben rifiniti e spaziosi. Quattro sono i livelli di allestimento proposti: Prime-line, quello base, Exclusive-line quello intermedio, mentre Takumi e Homura sono l’alto di gamma. Tutti sono dotati di climatizzatore a doppia zona, touch screen centrale TFT a colori da 12 pollici, radio DAB, Bluetooth, Wireless Apple CarPlay e Android Auto, navigatore satellitare e cruise control. Gli allestimenti medio e alti possono essere dotati anche di diversi pacchetti opzionali: Driver Assistance, Convenience & Sound, Panoramic sunroof e Comfort.
A bordo, l’abitabilità è più che buona per 5 adulti. Il bagagliaio da 570 litri, con volumi sfruttabili e omogenei, non risente negativamente della presenza di un pacco batterie, ben posizionato sotto ai sedili tra assale anteriore e posteriore. Ma quando si parla di Mazda, protagonista è prima di tutto l’attenzione maniacale all’ergonomia di guida. Il Jinba Ittai, la filosofia della Casa giapponese alla ricerca della perfetta integrazione tra uomo e macchina, si esalta ulteriormente attraverso il nuovo Driver Personalization System: sfruttando una telecamera che rileva la posizione degli occhi del guidatore, il sistema ne stima altezza e fisico per regolare automaticamente e in maniera ottimale sedile, volante, head-up display e specchietti retrovisori; una volta memorizzate (per un massimo di 6 guidatori), le impostazioni, sempre customizzabili, vengono richiamate attraverso un sistema di riconoscimento facciale.
L’infotainment della CX-60 sposa un approccio decisamente analogico, con l’apposita rotella di selezione posizionata sulla consolle centrale attraverso cui regolare i diversi settaggi di bordo; fanno eccezione i sistemi Android Auto e Apple Carplay, con comandi “touch” direttamente sullo schermo da 12,3’’ attivabili da un’apposita voce nei sottomenu di impostazione. Il display, inoltre, grazie al sistema di telecamere con vista a 360° (il See-Through View), diventa un ausilio fondamentale per valutare gli ingombri nei parcheggi più difficoltosi.
Impostazione da SUV, una lunghezza di 4.74 metri, peso attorno alle 2 tonnellate. Tutti elementi che non lascerebbero intendere come la bella guida possa essere una delle caratteristiche principali di questo modello. Ma qui Mazda compie una piccola magia di progettazione, e la CX-60 davvero non delude.
Dell’auto colpiscono subito lo sterzo, molto preciso, e il nuovissimo cambio automatico a otto rapporti, che segna uno spartiacque rispetto al precedente 6 marce: molto ben spaziato, esalta le doti di elasticità del motore, con progressioni fluide e convincenti.
Ma passiamo all’analisi di quello che, nell’esperienza precedente sugli esemplari di preserie, era apparso come l’elemento meno convincente. I driving mode a disposizione sono cinque: Normal, Sport, Off-Road (la trazione integrale AWD è di serie), Towing (per la guida con rimorchio) ed EV (full-electric). Di questi, era stato “Normal” – la modalità che ricerca il miglior equilibrio possibile tra prestazioni ed efficienza nei consumi – a mostrare un leggero “delay” nella risposta al comando del gas, e una certa sensazione di scarsa reattività. Tutti feedback immediatamente raccolti e analizzati dagli ingegneri giapponesi che (ottimizzando, probabilmente, i parametri dell’elettronica) hanno risolto brillantemente: la conduzione, in questa modalità di guida, appare ora fluida e reattiva. Anche se, ovviamente, si deve passare a “Sport” per andare alla ricerca della massima performance e tirare fuori il carattere più emozionale del mezzo, ben sottolineato dalla strumentazione digitale che si tinge di rosso: il dato dichiarato in accelerazione – da 0 a 100 km/h in 5,8 secondi – è apparso del tutto realistico.
Dal canto loro, tenuta di strada e dinamica di guida sono apparse rocciose. Anche forzando il ritmo, con beccheggio e rollio contenuti, grazie a sospensioni evolute e a sistemi efficaci come il Kinetic Posture Control (KPC). Quest’ultimo, in curva, agisce sul freno della ruota posteriore interna provocando uno smorzamento delle sospensioni, rendendo così l’auto stabile e precisa in ogni circostanza. Un risultato davvero niente male per un’auto di questa categoria.
Estetica, cura costruttiva, contenuti tecnologici, la CX-60 ha di certo tutte le carte in regola per solleticare le voglie di chi cerca un SUV top di gamma di qualità premium. Un prodotto ben congegnato, che guarda al futuro in maniera coerente con i capisaldi di un brand fatto di passione per la bella guida, emozionalità e scelte di carattere. Non ultima, quella di continuare a investire (ad esempio) sul diesel, ben consapevole che gli orizzonti della mobilità hanno contorni ancora incerti; e che la partita, per gli endotermici, è tutt’altro che chiusa. A patto, ovviamente, di risultare sempre di più puliti ed efficienti, sfruttando tecnologie di ultima generazione; e magari anche carburanti evoluti. Un focus su logiche di progresso ampie, coerenti, pragmatiche e a tutto tondo, che la Casa giapponese sembra avere particolarmente a cuore.
Rispetto alla migliore concorrenza, la nuova Mazda CX-60 gode di un rapporto qualità/prezzo piuttosto favorevole, con allestimenti completi e ben studiati e un listino che parte da 51.915 euro per la motorizzazione a benzina e 49.900 euro per le diesel.
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