Mercedes Benz AMG GT Roadster GT C 2021
La Mercedes AMG GT C Roadster ti stupisce ancor prima di salirci a bordo, ancor prima di sentire il suo ruggito cupo e profondo. Se parliamo della sua estetica, lei ti fa innamorare per le sue curve cosi affusolate, quasi “accarezzate” dai designer che l’hanno così concepita. Il corpo vettura presenta un cofano lunghissimo così da far sembrare le proporzioni del suo corpo per niente perfette, con il muso così lungo e la coda corta. Eppure è sexy da morire. Decisamente sexy pur con le sue imperfezioni che si trasformano in qualcosa di particolare, di interessante, di unico. Ecco qui la sua capote in tela – ordinabile anche in diverse altre colorazioni – che le dona pure qualche chilogrammo in più, esattamente 100 chili in più rispetto alla controparte solo Coupé, per fermare l’ago della bilancia sui 1.700 kg. Poco sotto c’è il fianco della vettura, muscoloso con le nervature e la finta presa d’aria con la dicitura V8 Biturbo. E poi il viso: acquattato e che tende verso il manto stradale.
Qui trova posto l’ampia griglia del radiatore divisa da 16 listelli verticali e che ingloba la Stella a Tre Punte. Ai lati i fari full LED dalla firma luminosa unica e che contribuiscono al loro sviluppo verso il fianco. Infine il lato b: affilato e rialzato. Qui ci sono anche le luci a sviluppo orizzontale che convergono al centro, dove rispondono presente l’alettone attivo ad alte velocità e il doppio terminale di scarico in bella vista con valvole parzializzartici per un sound più o meno brutale (magari per non disturbare la vecchietta che sta passando sulle strisce pedonali proprio davanti a noi, in città) e, per concludere il colpo d’occhio, due feritoie più estreme.
La Mercedes-AMG GT C Roadster ha poi degli interni elegantissimi, di alta classe, mischiati nei punti giusti con tocchi racing. È il mix che piace a me: 70% chiccheria, 30% puro spirito sportivo. È tutto ricoperto da pelle morbida l’abitacolo della Mercede AMG GT C, sia sulla plancia sia sui due sedili a guscio. Bellissimo il volante. La corona presenta sezioni in fibra di carbonio e micro-pelle che donano, entrambe, diverse sensazioni tattili mentre si guida. Sulla fibra si sente il materiale freddo, sulla micro-fibra in simil-camoscio, i palmi ti trasmettono il suo calore…durante al guida sei bombardato da molteplici, piccole, sensazioni di questo tipo. Tra le razze scorgo il quadro strumenti ben leggibile e in digitale (peccato per la mancanza di un head-up display) mentre la plancia, sulla sua sommità, presenta il display dell’infotainment, quasi appoggiato, incastonato, e poco sotto ci sono quattro circolari bocchette dell’aria. Il display dell’infotainment contiene un software molto completo, con menu dedicati alla navigazione, alla radio DAB, ma anche a gestire i supporti tipo Apple CarPlay e Android Auto o, ancora, alcuni menu specifici per tenere sotto controllo il grado di sterzo del volante e delle gomme o le temperature del motore.
Il tunnel centrale è così ingombrante e rialzato, forse a enfatizzare una seduta ancora più infossata nel corpo della vettura e rasente l’asfalto. Per me è anche un po’ troppo “plasticosa” e presenta numerosi tasti fisici per comandare il comportamento dinamico della GT C Roadster, l’apertura degli scarichi e la rigidità delle sospensioni. Concludiamo parlando del bagagliaio, davvero molto buono se pensiamo che è quello di una supercar e che permette di stivare un minimo di 165 litri, il che significa che un trolley e uno zaino trovano il giusto spazio.
Sotto l’infinito cofano c’è il motore V8 biturbo da 4.0 litri. Questa è la scuderia che nasconde al suo interno 557 cavalli per 680 Nm di coppia massima. Tradotto in numeri significa 0 a 100 km/h in 3,7 secondi e 316 km/h di velocità massima. Tradotto in sensazioni? I timpani delle orecchie si tendono al suono che erutta dagli scarichi, le mani si stringono sulla corona del volante a ogni busca accelerazione è il cuore batte più forte. Il cambio Speedshift doppia frizione a 7 rapporti si dimostra un’unità abbastanza intelligente. È ottimo soprattutto nelle situazioni più guidate, ma in città o nella guida più compassata si preferirebbe avere un cambio che comunicasse più fluentemente col motore. Alle volte sembra che il cambio voglia smorzare troppo la verve del V8 biturbo, altre, invece, tiene spesso rapporti troppo bassi nella guida cittadina e pacata. Lo ripeto, parliamo di un buonissimo cambio, ma non è perfetto.
Alla guida la coppia si sente subito, l’accelerazione è piena e corposa appena si pigia con forza sul pedale del gas ma se non saremo decisi si sentirà un leggero turbo lag, basta superare i 1.500 giri del motore per percepire immediatamente la spinta. Appena si chiede di più alla vettura l’abitacolo si riempie di un sound da muscle car americana, è quasi come sentire il boato di un temporale in avvicinamento, cupo e vibrante. La trazione posteriore ti spinge forte e regala una guida divertente e ludica ma mai pericolosa (a meno che non si esageri, dopotutto è una supercar e richiede, alle velocità più elevate o nelle situazioni più concitate, di darle del Lei). Nei pressi delle curve viene quasi naturale impostare la giusta traiettoria grazie allo sterzo particolarmente preciso e comunicativo e alle quattro ruote sterzanti. Grazie a quest’ultime, sembra di scivolare (nel senso buono del termine) all’interno della curva, un vero inserimento facilitato per poi uscire veloce e in controllo anche della coda, aiutata dal differenziale autobloccante posteriore AMG a gestione elettronica. Se la guiderete in città, il doppio asse sterzante vi aiuterà a parcheggiare o svicolare facilmente, senza farvi preoccupare dei 4,55 metri di lunghezza e dei 2,01 metri di larghezza.
Come da tradizione Mercedes, anche sulla AMG GT C ci sono diverse modalità di guida preimpostate tra cui scegliere. Sono cinque: Individual (che come dice la parola stessa mi permette di settare individualmente e personalmente alcuni singoli parametri della vettura, come la risposta del motore e delle sospensioni, a mio piacimento), Comfort, Sport, Sport Plus e Race (staccando cosi tutti i possibili controlli di trazione avendo, in più, un set up irrigidito). Passando dalla modalità Comfort fino alla Race c’è una vera escalation, una vera metamorfosi che fa evolvere la GT C da una Grand Tusrismo a una vettura pronto-pista in modo istantaneo. La mutazione è davvero percepibile. Lo sentirete attraverso il sedere, poiché la vettura si farà più rigida, si sente con le mani, poiché lo sterzo si farà più pronto e reattivo, e si sente con le orecchie, poiché il ruggito del motore e il suono che proviene dagli scarichi si farà più profondo e vibrante. E tutto questo semplicemente ruotando una manopola posta sul volante. Attenzione però, passando alle modalità più ludiche, si sciolgono le briglie dei aiuti alla guida e la Mercedes AMG GT C può avere reazioni fulminee nelle modalità più racing. E con un’auto di 1.700 chilogrammi la guida, in queste modalità, deve essere più abbottonata. Diverso il discorso quando si guida con la modalità Comfort, che trasforma la GT C in una Gran Turismo divertente ma anche ammansita.
Ovviamente parliamo pur sempre di una supercar, quindi è richiesta una certa attenzione alla guida, soprattutto sulla strada di tutti i giorni, così da non esagerare quando le circostanze non ce lo permettono. Nelle situazioni più concitate ci sono comunque una pletora di aiuti elettronici alla guida che ne smorzano l’ardore, quando esageriamo. Infine un plauso ai freni Brembo, instancabili, pronti e modulabili al millimetro, capaci di variare la potenza frenante alla minima modulazione della forza frenante. Ciò permette al pilota esperto di percepire un grande feeling con il pedale posto più alla sinistra della pedaliera della Mercedes AMG GT C, così da poter gestire al meglio anche il trasferimento dei carichi.
La capote in tela si aziona elettricamente sino a un massimo di 50 km/h. Quando è alzata, è buono il comfort acustico e la protezione dal vento è ottimale. Il consumo? Oltre 12 litri per 100km.
La Mercedes-AMG GT C Roadster è un’ottima supercar. D’altronde se vuoi ballare sullo stesso palcoscenico della Porsche 911 GTS, della Lamborghini Huracan, della Ferrari 488 e delle varie McLaren, devi essere necessariamente un’ottima supercar, capace di far divertire in pista quanto sulle strade extraurbane, riuscendo a cambiare la pelle in modo camaleontico e trasformandoti da pura auto da corsa a godibile Gran Turismo. Però lei va oltre, può essere anche guidata in città utilizzando la modalità Comfort e, così facendo, neppure le viuzze più strette della metropoli la spaventeranno grazie alle quattro ruote sterzanti. Nonostante le dimensioni, con un po’ di attenzione svolta ovunque e si parcheggia piuttosto facilmente. Se ci sono dei difetti? : il consumo è davvero elevato cosi come il prezzo che parte da 170.000 euro ma che supera di slancio i 200.000 euro aggiungendo pochi optional. E poi con la capote chiusa si vede poco dietro di noi. C’è anche quella console centrale un po’ ingombrante. Non è oggettivamente perfetta, ma è sexy da morire.
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