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Pagani Huayra R Evo

Pagani Huayra R Evo rappresenta lo zenit della cellula, vertice anche di Arte in Pista, l’esclusivo programma riservato ai possessori di track hypercar. La sintesii di un’automobile speciale, con il massimo della tecnologia, l’emozione della guida a cielo aperto e le citazioni ai miti del motorsport.

Pagani annuncia con orgoglio che Huayra R Evo offre performance equivalenti a quelle delle auto da corsa Le Mans Prototype 2, come un bolide di Endurance, in sostanza, ma senza i limiti imposti dai regolamenti per le competizioni.

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La vettura è nata per essere utilizzata in sessioni non competitive nei più prestigiosi circuiti FIA del mondo. Esperienze uniche con l’assistenza tecnica del team Pagani, che include il responsabile tecnico, l’ingegnere di pista e il personale meccanico dedicato per ogni veicolo, il fisioterapista e il nutrizionista proveniente dal motorsport.

La carrozzeria è realizzata nella speciale fibra di carbonio utilizzata per la Utopia, che migliora del 38% la rigidità a parità di peso. Si fa notare rispetto alle altre Huayra per l’aerodinamica ancora più estrema con all’anteriore un sofisticato sistema di convogliatori d’aria per gestire l’ottimale ripartizione del raffreddamento necessario tra dischi dei freni, pinze e radiatore e con un posteriore allungato di 19 centimetri, la “codalunga” che migliora le prestazioni e contribuisce a un aumento del 45% della deportanza.

Novità anche per le sospensioni, che beneficiano della integrazione di un heave damper, terzo elemento idraulico che separa la gestione dei modi della scocca da quelli degli ammortizzatori indipendenti delle quattro ruote.

Infine il motore, il V12-R, quello della Huayra R, ma portato a 900 cavalli, 50 in più, a a 8.750 giri con una coppia di 770 Nm.

“L’ispirazione sul design mi è venuta in occasione di una gara Formula Indy a Nashville: osservando come erano fatte le celebri monoposto aperte e dotate di Aeroscreen. Ho pensato di creare una vettura con avvolgenti superfici in policarbonato e con la possibilità di togliere i due tettucci per sentire ancora di più il fascino dell’aria e il suono del V12 aspirato. Abbiamo rivolto il nostro sguardo anche al passato, prendendo spunto dalle bellissime auto di Le Mans che correvano a cavallo degli anni ‘60 e ‘70, dove c’erano anche le velocissime codalunga”. Horacio Pagani.

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