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Simulazione: un mondo virtuale sempre più reale.

In questo articolo non si vuole analizzare un prodotto piuttosto che un altro o sponsorizzare qualcosa o qualcuno ma bensì si vuole cercare di parlare di simulatori nell’ambiente motor sport. Cercando di valutare lati positivi e negativi (se ci sono), da addetti al lavoro, di tali nuovi prodotti e opportunità di studio e di guida che essi possono fornire.

Nel mese di giugno scorso abbiamo assistito alla presentazione del nuovo prodotto EVOTEK di simulazione per F1 a Franciacorta rimanendone senza dubbio stupiti. Naturalmente è un simulatore talmente all’avanguardia che non è certamente per le tasche di tutti, ma dà una visione oggettiva su dove è arrivata la simulazione ai giorni d’oggi. Tali prodotti infatti vengono impiegati non solo dai piloti professionisti ma sono utili anche a Ingegneri e a studiosi del comportamento e del fisico umano sotto stress di guida per avere importanti risposte durante la progettazione di un’auto.

Gli stessi nostri istruttori di guida hanno piccoli simulatori in casa per tenersi costantemente in esercizio e poter partecipare ai loro campionati. Inoltre, con una spesa circa di 2000/3000 euro, al giorno d’oggi ci si può creare un simulatore da casa che certamente può aiutare ad approcciarsi al mondo del motor sport con una spesa contenuta (sarebbe sicuramente più costoso partecipare a gare kart). Inoltre è uno strumento fondamentale di allenamento, come abbiamo già detto, per piloti professionisti.

Ritornando al prodotto Evotek abbiamo i circuiti scannerizzati in 3D, sensori sui pedali che rigenerano la pressione di utilizzo come in una vera F1, vibrazioni sul volante ed il software sfrutta delle, chiamiamole “mancanze o errori” di percezione umani per riprodurre le sensazioni che si hanno in pista. Quindi un mondo virtuale che sta diventando sempre più reale. Poi oltre alla grafica e alle percezioni sensoriali abbiamo tutti i benefici tecnici e di calcolo che un computer ed un software può dare.
Tutto questo è indiscussamente indispensabile al giorno d’oggi, come avere un computer, uno smartphone, un sito internet ecc. se uno vuole lavorare a certi livelli.

Ma permetteteci di essere anche un po’ polemici. Al giorno d’oggi ci si lamenta in ogni campo che il mondo è sempre un po’ più sterile e freddo soprattutto dove ci sono computer e macchine. Ci ritorna in mente le parole dell’Ing. Forghieri che diceva che ai suoi tempi gli Ingegneri di una scuderia vivevano con i piloti, tutti insieme come una grande famiglia questo per capirne il carattere e le attitudini e i difetti per poi costruire un’auto retail sul pilota. Ci chiediamo se una telemetria, anche la più accurata può dare queste informazioni? Noi crediamo di no. Usarlo certamente come una palestra è un ottimo strumento, ma secondo noi bisogna cercare di non farsi fuorviare e di trascurare il contatto e la percezione umana tra individui.
Altro difetto che ci permettiamo di delineare, questo riguardante il nostro campo di istruzione di guida in pista, è l’effetto che questi strumenti fanno talvolta sui giovanissimi. Notiamo, dalle nostre esperienze, che molti ragazzi che utilizzano simulatori a casa tendono a non capire le conseguenze che una guida non corretta e spericolata possa generare in pista e nel mondo reale. Molti infatti pensano inconsciamente che dopo un incidente ci possa essere un game over ed un immediato restart. Purtroppo nella realtà non è cosi e concezioni di questo tipo possono creare gravi incidenti e danni a persone e a cose.

Secondo noi delle “vecchie” generazioni alla macchina va mantenuto sempre una sorta di rispetto e di riverenza in quanto può essere la tua grande amica ed alleata in caso di vittoria come la tua peggiore nemica in caso di incidente. E questo i grandi piloti professionisti lo sanno bene, ecco perché molte volte le umanizzano addirittura (Vettel ha chiamato “Gina” la sua auto). Bisognerebbe insegnare anche questo alle nuove generazioni.
Ecco perché nelle nostre sessioni di pilotaggio lo abbiniamo sempre ai corsi di guida in pista per far capire bene che è certo uno strumento utile ma che il virtuale seppur sempre di più tende ad assomigliare alla realtà non riuscirà mai ad esserlo.

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